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Infrastruttura verde
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Aree floristiche

  

LogoLe Aree Floristiche sono state istituite della legge regionale n. 52 del 30 dicembre 1974 "Provvedimenti per la tutela degli ambienti naturali" la quale prevede che vengano individuate le aree nelle quali crescono piante rare o in via di estinzione e meritevoli di tutela. Tali aree sono indicate da apposite tabelle perimetrali e al loro interno è proibita la raccolta, la estirpazione e il danneggiamento di tutte le piante che vi crescono spontaneamente.

Nel territorio della regione queste aree sono distribuite in modo che siano rappresentati i diversi ambienti, quindi alcune di esse sono sulla costa, altre nella zona collinare; un ultimo gruppo, più numeroso in ragione della grande varietà di ambienti esistenti, si trova invece nelle catene montuose dell'interno.


Un esempio di tali aree è dato dalla Selva di Castelfidardo, unico bosco residuo della zona collinare con numerose specie di interesse floristico e vegetazionale come l'agrifoglio (Ilex aquifolium), la farnia (Quercus robur), il carpino bianco (Carpinus betulus), il carpino orientale (Carpinus orientalis), la pervinca (Vinca minor), la bocca di lupo (Melittis melissophyllum), ecc.

Altre aree comprendono alcuni settori del Monte Conero con specie della flora mediterranea come l'euforbia arborescente (Euphorbia dendroides), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il leccio (Quercus ilex), il corbezzolo (Arbutus unedo), ecc. Nella zona collinare e montana esse sono distribuite sia in ambienti nemorali che pascolivi, come ad esempio il bosco delle Tassinete in comune di Cingoli, le faggete del Monte Nero, del Monte Catria, del Monte Ragnolo, di Pizzo Meta e di tante altre località ove crescono anche diverse ed interessanti specie di orchidee, primule, narcisi, ecc.

 Specie più interessanti
La legge regionale per la tutela degli ambienti naturali, sebbene approvata nel 1974, ha saputo affrontare e garantire la tutela delle specie d’interesse floristico delle Marche in un’ottica moderna: essa ha infatti previsto la conservazione di aree vaste e non di singole specie da tutelare, attraverso un mero elenco. Si è cioè voluto mettere in evidenza il loro valore e significato nell’ambiente in cui vivono, ovvero in termini chiaramente ecologici.

Numerose sono peraltro le specie d’interesse floristico nella regione fra le quali meritano particolare attenzione la Stella alpina dell’Appennino che si differenzia da quella delle Alpi perché più bassa e tomentosa, la Viola d’Eugenia che cresce sui pascoli delle quote più elevate o Moehringia papulosa , specie endemica che si rinviene in sole tre località delle Marche, oltre a numerose altre.