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Inventario delle zone umide del Mediterraneo

(Pan Mediterranean Wetland Inventory)



Acronimo: MEDWET
Soggetti coordinatori nazionali: ISPRA, ARPAT Toscana
Soggetto attuatore per la Regione Marche: Riserva Naturale Regionale Sentina;
a cura di Lancianese V., Chelli S., Piccinini G.B., 2010.
 


 Mappa MedWet Regione Marche


Contesto

Le zone umide costituiscono ambienti con elevata diversità ecologica e con notevole produttività grazie alla concomitante presenza di acqua e suoli emersi ove la flora e la fauna trovano condizioni ideali per la crescita e la riproduzione. La vegetazione delle zone umide è rappresentata oltre che dalle specie generaliste, da numerosi taxa adattati a vivere in questo particolare habitat. Sono ambienti caratterizzati da un’elevata fragilità ambientale, in quanto pesantemente minacciati dalle pressioni antropiche costituite dal degrado e dalla progressiva riduzione degli habitat, delle risorse idriche, dalle infrastrutture e dall’urbanizzazione e, a livello globale, dai cambiamenti climatici.
 
Le zone umide sono fondamentali per il ruolo importantissimo che svolgono nella regolazione dei fenomeni idrogeologici, chimico-fisici (come trappole per nutrienti e nella depurazione delle acque da metalli pesanti e da sedimenti sospesi), biologici (in quanto serbatoi di biodiversità), produttivi (agricoltura e itticoltura), educativi, culturali e scientifici. Inoltre questi ambienti giocano un ruolo fondamentale nel processo di fissazione del carbonio presente nella biosfera, con conseguente mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.
 
A livello internazionale si ritiene che la biodiversità degli ecosistemi delle zone umide, in particolare delle acque interne, possa declinare più velocemente rispetto a quelli di altri biomi (www.cbd.org). Pertanto, nell’ambito del Segretariato della Convenzione per la Diversità Biologica (Rio, 1992), è stato definito un programma di lavoro in collaborazione con il Segretariato della Convenzione di Ramsar, al fine di portare avanti un progetto comune per la tutela delle zone umide a livello internazionale.
 
Il Comitato delle Mediterranean Wetland (MedWet/Com) istituito nell’ambito della Mediterranean Wetland Iniziative (MedWet) della Convenzione di Ramsar (Iran, 1971) ha raccomandato, già nel 2001, che venisse realizzato un inventario delle zone umide del Mediterraneo (Pan Mediterranean Wetland Inventory - PMWI) entro il 2010, con la finalità di predisporre una banca dati on-line, gestibile a livello nazionale dalle Autorità competenti, quale strumento utile alla definizione di un piano strategico per la conservazione di tali ambiti territoriali.
 
L’inventario è anche considerato uno strumento necessario alla definizione di una strategia internazionale di tutela della biodiversità presente nelle zone umide, in linea con gli obiettivi definiti dalle Decisioni delle diverse Conferenze delle Parti, nell’ambito della Convenzione per la Diversità Biologica (Rio, 1992).

Obiettivi Generali

L’obiettivo generale del progetto è di acquisire una conoscenza a livello nazionale della distribuzione e dello stato delle zone umide, delle pressioni antropiche maggiormente in atto, al fine di definire una strategia nazionale per la conservazione della biodiversità e delle risorse idriche in esse presenti, contribuendo così alla definizione ed all’applicazione di una strategia per l’area mediterranea, in accordo con il piano strategico globale determinato nell’ambito della Convenzione di Ramsar e con il piano strategico definito della Conferenze delle Parti della Convenzione per la Diversità Biologica, per le zone umide.


Criteri di scelta delle aree

I criteri di scelta delle aree sono stati estrapolati dalla definizione di zone umide elaborata ai sensi della Convenzione di Ramsar (1971) per cui sono state censite le aree caratterizzate dalla presenza temporanea o permanente di acqua ed in particolare:

paludi;
acquitrini;
torbe;
bacini naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua corrente , dolce, salmastra o salata;
distese d'acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri.
A queste si aggiungono:
fiumi e foci;
lagune;
valli da pesca;
litorali con acque marine costiere;
cave di espansione;
invasi di ritenuta;
cave di inerti per attività fluviale;
canali;
saline;
vasche di colmata.



Convegno "Le zone umide nella pianificazione territoriale: prospettive future"
Ancona, 20 aprile 2012

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